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Teatri di Pietra all’anfiteatro romano di Sutri si chiude con la magia del Lago dei Cigni

Teatri di Pietra all’anfiteatro romano di Sutri si chiude con la magia del Lago dei Cigni

Ultimi spettacoli per Teatri di Pietra all’anfiteatro romano di Sutri

Dopo una serie di successi, giovedì 4 e venerdì 5 agosto andranno in scena i due appuntamenti di chiusura.

Giovedì 4 è la volta di Acarnesi di Aristofane, per la regia Alessandro Di Murro, adattamento di Anton Giulio Calenda e Alessandro Di Murro con Matteo Baronchelli, Alessio Esposito, Amedeo Monda, Laura Pannia.

“La guerra non è mai un bell’affresco ma è sempre una rappresentazione di laceranti disumanità, volti terrificanti, espressioni prive di umanità. E’ un palcoscenico vuoto senza attori. Così è, così è stato, sul sarà dobbiamo sempre sperare.

Aristofane con la sua ironia tragica e parossistica tratta negli Acarnesi uno dei grandi temi che caratterizza tutta la sua opera: la pace. Ma la pace concreta, non quella utopistica della tradizione. Per Aristofane la Pace non è uno stato di calma mortifera ma di festa dionisiaca. Nel suo mondo si mangia e si beve, si fotte e si sfotte. Il bersaglio sferzante del riso e del divertimento è la meschinità di chi con la guerra specula e il pianto è concesso solo ai poveri soldati che vanno a morire sui campi di battaglia.”

La chiusura, in danza, è affidata ad un’opera immortale: “Il Lago dei Cigni”, con le coreografie di Luigi Martelletta, le musiche di Peter Ilič Čajkovskij e numerosi  inserti di altri autori classici. Tra cui  il compositore e musicista Alessandro Russo, il quale tratta la musica come un elemento vivo e naturale che non rappresenta soltanto una base, un supporto dei movimenti, è la materia che genera gli impulsi dinamici, è l’elemento primario della composizione coreografica che appare sempre direttamente “prodotta” dalla musica, e non sovrapposta ad essa. Questo balletto è autenticamente una creatura di oggi, del presente, con tutto quello che ciò comporta.

La particolarità dello  spettacolo consiste proprio nella capacità di unire fantasia e realtà, di proporsi vivo e attualissimo, pur dimorando in un suo pianeta espressivo che sa di già vissuto. L’ideale neoclassico di una bellezza assoluta, regolata da un ordine imperturbabile, è l’obiettivo totalizzante della creazione.

La manifestazione, alla ventesima edizione, con la direzione artistica del Maestro Aurelio Gatti, è a cura di Pentagono Produzioni, in collaborazione con il Comune di Sutri, il patrocinio del Ministero della Cultura Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale, la Regione Lazio,  la Rete nazionale dei Teatri di Pietra e la Fondazione Carivit.

La prestigiosa iniziativa, come sempre, è stata ospitata nello straordinario anfiteatro romano di Sutri, con l’obiettivo di valorizzare i teatri antichi ed i siti monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo, in un progetto sinergico tra più soggetti che danno vita a performance di elevato spessore tra danza, musica e teatro che si fondono con l’archeologia ed il paesaggio.