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Modi di dire romani e regionali

Modi di dire romani e regionali

I dialetti fanno parte della cultura popolare, marcano le differenze territoriali e ormai vengono considerati come una vera e propria lingua. I modi di dire dialettali sono espressioni colorite e divertenti per le quali spesso non esiste una frase corrispondente in italiano per rendere il concetto nella stessa maniera. Grazie soprattutto al contributo del cinema il dialetto romano, con proverbi e i modi di dire, è quello più conosciuto a livello nazionale, del resto come dimenticare le perle di saggezza di Alberto Sordi, di Nino Manfredi, di Gigi Proietti e di tanti altri attori che attraverso i loro capolavori immortali hanno portato la cultura romana nelle case degli italiani? Impossibile. Di seguito esamineremo cinque modi di dire molto diffusi a Roma e nel Lazio.

Morto un papa se ne fa n’antro

Questo modo di dire è così esplicito da non aver bisogno di molte spiegazioni. Ovviamente il significato non è riferibile esclusivamente alla dipartita del pontefice ma è estensibile a tante altre situazioni che si verificano nella quotidianità. Nella fattispecie il motto serve ad evidenziare che nessuno è indispensabile dal momento che anche una figura autorevole come il papa, una volta morto, viene sostituito da un’altra persona.

Daje!

Il termine “daje” spesso viene usato alla fine di un discorso: “ci rivediamo, daje” oppure come esultazione per un traguardo raggiunto: “daje, che ce l’ho fatta!”, può inoltre essere usato come incoraggiamento; infatti il termine “daje” proferito in determinate situazioni equivale anche a forza, dacci dentro, coraggio! In ogni caso è un termine generalmente bene augurante e diffuso soprattutto tra i giovani.

Mollare na’ cinquina ‘n faccia

Questa espressione, che non c’entra nulla con il gioco del Lotto per il quale esiste una numerologia differente dalla celebre cinquina romana, significa dare uno schiaffo sul viso. L’origine dell’espressione è molto intuitiva in quanto la mano è composta da cinque dita e quindi dal momento che lo schiaffo viene dato con la mano ben aperta a cinque dita “la cinquina” per gli abitanti del Lazio diventa lo schiaffo.

Aripijate!

Significa “riprenditi, svegliati, fatti forza”. Il termine squisitamente esortativo viene usato soprattutto dalle tifoserie durante le partite di calcio per stimolare i giocatori in campo a fare del loro meglio anche se visibilmente stanchi.

Nun c’è trippa pe’ gatti

Una classica correlazione tra due cose caratteristiche di Roma: i gatti e la trippa. Con questo modo di dire si vuol far presente ad un individuo di cercare altrove ciò che vuole perché in quel posto non esiste.